Impresa familiare: per le modifiche è tempo di decidere

impresa familiareNormalmente è questo il periodo in cui gli imprenditori individuali si pongono la domanda se sia opportuna oppure no la costituzione di un’ impresa familiare.
L’impresa familiare è civilisticamente regolata dall’articolo 230-bis cod. civ., ai sensi del quale è considerata tale l’impresa nella quale collaborano i componenti la famiglia (coniuge, parenti entro il terzo grado, affini entro il secondo grado) prestando in modo continuativo la propria attività lavorativa.
Dall’altra il Tuir all’articolo 5, comma 4, stabilisce che nell’impresa familiare il reddito prodotto viene imputato ad ogni collaboratore che ha prestato in modo continuativo e prevalente la sua attività di lavoro nell’impresa, proporzionalmente alla sua quota di partecipazione agli utili, per un importo in ogni caso complessivamente non superiore al 49% dell’ammontare che risulta dal modello Unico del titolare.
Ciò significa che in ipotesi di impresa familiare, l’imprenditore individuale andrà dichiarare un redito non inferiore al 51% di quello prodotto, mentre il collaboratore potrà dichiarare al massimo il 49% del reddito complessivo. E’ anche vero che al titolare spetta sempre almeno il 51% del reddito prodotto mentre il rimanente 49% sarà diviso tra tutti i familiari partecipanti all’impresa.
Attenzione: l’impresa familiare non è una società di persone e non ha nemmeno le caratteristiche di tale società anche se mantiene la caratteristica della tassazione per trasparenza del reddito prodotto.
L’impresa familiare si costituisce per atto notarile e manifesta i suoi effetti a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui si è costituita. Un’eccezione si ha quando l’impresa familiare viene costituita contestualmente all’inizio dell’attività dell’impresa individuale perché in tale caso esplica i suoi effetti fin dall’inizio. Il collaboratore che cessa l’attività nel corso dell’esercizio è attribuita una quota di reddito proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato durante l’anno.
Quali sono le ragioni per cui un imprenditore promuove la costituzione dell’impresa familiare?
Alla base di questa scelta ci potrebbero essere ragioni di natura fiscale per cui l’istituto viene legittimamente utilizzato per ridurre l’aliquota media di tassazione del reddito individuale.
Potrebbero anche prevalere ragioni semplicemente egoistiche in capo all’imprenditore che da un lato desidera estendere la partecipazione all’impresa dei familiari ma allo stesso tempo intende mantenere in modo incontrastato il controllo e la direzione della stessa.
Dall’altra l’impresa familiare potrebbe essere utilizzata anche per programmare il passaggio generazionale, tema questo molto caro a chi spinge e sostiene a tutti i costi il necessario ricambio generazionale per ringiovanire il “parco imprenditori”.
L’impresa familiare potrebbe anche essere vista quale fase prodromica alla costituzione di una società in nome collettivo: il collaboratore familiare partecipa infatti all’accrescimento patrimoniale dell’impresa familiare e per questo in ipotesi di trasformazione in società ha diritto all’attribuzione di una quota di patrimonio.
Un ultimo appunto: come l’impresa si costituisce con atto notarile, allo stesso modo si scioglie con l’intervento del notaio: è pertanto buona norma, prima di prendere qualunque decisione, confrontarsi col proprio professionista di fiducia al fine di evitare possibili errori che considerata l’onerosità degli atti, hanno sempre conseguenze patrimoniali.