Anticipazione TFR

La leggimmagine tfre 190/2014 ha previsto la possibilità, per il dipendente che ricorrendone i benefici ne faccia richiesta, di erogare nel perido 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018 le quote di TFR mensile maturate, al netto della contribuzione da destinare all’INPS.Da ultimo è intervenuto il Dpcm 29/2015 che ha dato corpo a questa previsione normativa.
Pare allora opportuno fornire uno schema di sintesi per questo nuovo isituto.
Al dipendete del settore privato è data la possibilità di incassare ogni mese e per il perido marzo 2015 – giugno 2018 il TFR maturato. L’erogazione verrà effettuata previa richiesta al datore di lavoro da parte del dipendente, che riceverà la quota maturata mensilmente al netto del contributo dello 0,5%, cioè quello versato dall’azienda all’Inps. Una volta compiuta, la scelta è irrevocabile fino a giugno 2018 o all’eventuale licenziamento. L’opzione può essere sottoscritta anche se il lavoratore ha destinato il Tfr a un fondo pensione. In tal caso però si continueranno a versare a quest’ultimo eventuali contributi aggiuntivi a carico suo o del datore di lavoro.
Il Tfr in busta paga, denominato quota integrativa della retribuzione (Quir), può essere chiesto dai lavoratori dipendenti del settore privato con anzianità aziendale di almeno sei mesi e che non abbiano utilizzato il trattamento di fine rapporto quale garanzia per un contratto di finanziamento (fino a che il prestito non viene estinto). Restano esclusi dal beneficio quei dipendenti il cui contratto non prevede il TFR (lavoratori domestici) e quelli il cui contratto già prevede un’erogazione periodica (lavoratori dell’agricoltura).
Per adempiere a questo nuovo istituto il datore di lavoro dovrà raccogliere le richieste dei dipendenti interessati all’opzione, da esercitare utilizzando il modello fac simile allegato al Dpcm 29/2015. Dopo aver verificato che il dipendente ha i requisiti necessari, l’azienda può erogare il Tfr dal mese successivo e contemporaneamente sospenderà il versamento al fondo di tesoreria presso l’Inps o al fondo di previdenza complementare. Se, invece, ha meno di 50 addetti, non potrà più accantonarlo e per compensare tale situazione potrà richiedere l’accesso a un finanziamento ad hoc
La legge di stabilità ha previsto che per ridurre l’impatto finanziario dell’operazione sulle aziende più piccole, queste ultime possono richiedere, beneficiando della geranzia fornita da un apposito fondo, un finanziamento erogato dalle banche sulla base di un accordo tra Abi e ministeri. Requisito per accedere a questo prestito è una certificazione che verrà fornita dall’Inps, che in seguito comunicherà alla banca ogni mese l’importo da liquidare, basandosi sul flusso Uniemens. L’importo erogato dovrà essere restituito dall’azienda il 30 ottobre 2018